CIMICI
Con questo termine si indica un gran numero di insetti appartenente all’ordine degli emitteri: il nome deriva dalla caratteristica di avere le ali ripiegate quando sono a riposo, per cui sembrano possedere “mezze ali”. All’ordine degli emitteri appartengono insetti quali cimici, cicale, afidi, cocciniglie. L’apparato boccale è di tipo pungitore-succhiatore, detto rostro, ed è atto a pungere ed aspirare i liquidi da piante ed animali.
Gli adulti delle cimici hanno dimensioni che variano da 10 a 30 mm secondo la specie, con colorazioni che vanno dal marrone al verde all’arancione. Alcune specie sono policrome.
Ciclo biologico – in generale gli adulti svernano negli anfratti della corteccia o tra i rami delle siepi in attesa che le temperature miti della primavera ne consentano la ripresa dell’attività. A tarda primavera inizia il periodo riproduttivo che vede la sovrapposizione di molteplici generazioni nei diversi stadi evolutivi: quindi si possono trovare contemporanee presenze di neanidi, ninfe e adulti.
Danni e rapporto con l’uomo – Le cimici sono animali alquanto dannosi per le piante e le coltivazioni, causando disseccamenti delle foglie, deformazione dei frutti, alterazione dei sapori; inoltre pungendo con il rostro le varie parti della pianta inoculano batteri dannosi. L’odore repulsivo tipico di alcune specie è causa di irritazione della cute umana causando bolle, arrossamenti e talvolta reazioni allergiche dovute alla saliva leggermente urticante.
Alcune specie sono specializzate nell’attaccare e suggere altri insetti (Rhynocoris iracundus) e talvolta pungono l’uomo causando per lo più eritemi locali. Le cimici tropicali impongono un approccio diverso da parte dell’uomo: molte specie sono ematofaghe (si nutrono di sangue) e con la loro puntura iniettano nella vittima protozoi patogeni (per esempio la malattia di Chagas in America Latina). Al momento non sono presenti in Italia ma, come per altri insetti che veicolano agenti patogeni provenienti da aree tropicali, i trasporti di merci da paesi tropicali favorisce il diffondersi di questi animali anche in aree temperate.
Articolo e immagini del biologo Marco Lerzio protetti da copyright.
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