PULCI
Le pulci sono insetti privi di ali che si sono evoluti per vivere come ectoparassiti (cioè parassiti esterni) di mammiferi ed uccelli.
Descrizione
Sono insetti di piccole dimensioni, da 1 a 8 millimetri. Nella loro evoluzione il corpo di questi insetti appartenenti all’ordine dei Siphonapterasi è appiattito lateralmente: in questo modo si muovo in modo agevole nella pelliccia dell’animale infestato mentre le lunghe zampe permettono all’insetto di aggrapparsi saldamente ai peli e alle piume degli animali ospiti. Le pulci sono abili saltatrici: la pulce umana può superare i 30 cm di distanza con un solo balzo. Le lunghe setole che coprono le zampe ed il corpo sono rivolte all’indietro e questo evita loro di scivolare mentre l’ospite si muove.
Tutto il corpo è ricoperto da una notevole quantità di chitina (bio-polimero duro e resistente tipico degli esoscheletri degli insetti), per cui non è facile schiacciarle. Le mascelle si sono trasformate in organo pungente atto a succhiare il sangue. La struttura della bocca presenta due canali: attraverso un viene emessa la saliva contenente sostanze anestetiche, mentre nel secondo scorre il sangue dell’ospite.
Ciclo vitale – il ciclo vitale si svolge sempre in prossimità dell’ospite, ma solamente gli adulti sono parassiti. Al contrario dei pidocchi però le pulci adulte sovente si allontanano dall’animale infestato e cercano nuovi ospiti. Le larve si nutrono di frammenti di pelle e degli escrementi degli adulti, restando nella tana o nel nido dell’animale che li ospita. Questo significa che al fine di riprodursi le pulci devono trovare un ospite che non abbia abitudini nomadi: per esempio le pulci che infestano le scimmie, le quali si spostano di continuo nel territorio e dormono in giacigli improvvisati, necessitano di un ospite sedentario quando devono riprodursi.
Le uova sono minuscole e di colore bianco perlaceo, e sono deposte nel nido o nella tana dell’ospite oppure direttamente sull’animale dal quale poi cadono. Ogni femmina produce molte centinaia di uova dalle quali fuoriescono delle larve bianche e vermiformi. Come detto queste si nutrono di escrementi e di frammenti organici che trovano nelle tane/nidi. Gli adulti non digeriscono tutto il sangue succhiato, ma una parte la espellono dall’ano e finisce sotto forma di minuscole goccioline nel nido. Di esse si nutrono le larve.
Dopo circa 3 settimane (a seconda della specie) le larve si chiudono in un piccolo bozzolo di seta dal quale fuoriescono dopo 2-3 giorni formando una pupa: in questo stadio trascorrono tutto il periodo invernale in attesa delle temperature primaverili. Le vibrazioni provocate dai movimenti dell’animale che le ospita stimola l’uscita dell’adulto dalla pupa: in questo modo le pulci sono sicure di trovare il proprio ospite da infestare.
Epidemiologia – come per altri parassiti cutanei quali zecche e zanzare, il problema del morso delle pulci è nella possibilità di trasmettere malattie al proprio ospite. Le epidemie di peste dovute al bacilli Pasteurella pestissi trasmettono dai ratti all’uomo laddove i topi vivono a contatto con gli esseri umani. Questo può avvenire perché le pulci non sono parassiti specie-specifici, cioè non hanno un ospite specifico come preda ma possono usufruire di qualsiasi fonte di sangue.
La trasmissione della peste avviene sia per l’azione della saliva dell’insetto sia per infezione dal sangue ingurgitato: ciò avviene perché all’inizio dell’intestino si ammassano i germi della peste che impediscono al sangue di essere digerito e ne causano il reflusso dalla bocca portando con sé i batteri della peste. La pulce affamata comincia a pungere in modo sempre più frequente e questo favorisce il diffondersi della malattia. Allo stesso modo sono veicolati bacilli che causano il tifo murino, della tenia del cane, e la Bartonella henselae o malattia del graffio del gatto.
Articolo e immagini del biologo Marco Lerzio protetti da copyright.
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