TOPI
Con il termine generico di “topo” in realtà si indicano numerose famiglie, talvolta di roditori talvolta di insettivori che “assomigliano” ai topi ma topi non sono.
Al gruppo degli insettivori appartengono toporagni e crocidure che si distinguono per le ridotte dimensioni comprese tra i 4 e gli 8 centimetri di corpo e testa, più la coda, e per avere il muso appuntito. Questi piccoli mammiferi sono importanti cacciatori di insetti dannosi perle colture umane per cui è bene preservarli.
I “topi” veri e propri sono invece roditori: sono caratterizzati da dimensioni dell’adulto decisamente maggiori che raggiungono i 30 centimetri più la coda nel Ratto di fogna (Rattus norvegicus). Hanno il muso arrotondato con le orecchie prominenti e gli occhi grandi e sporgenti. La dentatura è caratterizzata dalla coppia di incisivi superiori a crescita continua. Gli individui giovani si distinguono per i piedi posteriori sproporzionatamente lunghi.
Le specie più comuni sono il ratto di fogna (Rattus norvegicus) il ratto dei tetti o ratto nero (Rattus rattus) e il topolino comune (Mus musculus).
Aspetti biologici
I topi sono animali notturni e la loro visione è limitata ed in bianco e nero.
Compensano questo deficit sensoriale con un olfatto sorprendente che può contare sia sulle narici che sull’organo di Jacobson, lo stesso utilizzato dai serpenti che percepiscono gli odori raccogliendo le particelle olfattive con la lingua e inserendo questa nell’organo vomero-nasale (o di Jacobson).
L’udito finissimo supera i 100 KHz, quindi oltre la soglia degli ultrasuoni, ed utilizza questa capacità per comunicare con i suoi simili mediante squittii non udibili dall’uomo. Solo per comunicare su grandi distanze ricorre a squittii a bassa frequenza. Gli sproporzionati padiglioni auricolari sono degli strumenti sofisticatissimi che convogliano qualsiasi rumore nell’orecchio interno. Per questo motivo i loro più validi predatori, i rapaci notturni, hanno una disposizione particolare delle penne sulle ali che permette loro di volare senza produrre alcun suono.
Poiché è un animale che si muove e vive in ambienti ristretti e bui quali i cunicoli, utilizza i sensibilissimi baffi (vibrisse) per avere una rappresentazione 3D dello spazio ad esso intorno.
La coda è ricca di vasi sanguigni e funziona da organo termo-regolante.
Riproduzione e relazioni sociali – I topi sono animali che rientrano nel novero delle prede: sono cacciati da gatti, volpi, cani, mustelidi (donnola, ermellino, faina…) ma soprattutto da uccelli da preda quali gli strigiformi (rapaci notturni) e talvolta dai rapaci diurni. Infine rientrano nella dieta abituale dei serpenti sia velenosi (vipera) che costrittori (biacco).
Diciamo pure che la vita del topo non è priva di emozioni ed avventure. Per questo la strategia di sviluppo demografico dei topi è una strategia r: la dinamica di popolazione si basa sul potenziale riproduttivo della specie per cui in poco tempo la popolazione è caratterizzata da un incremento esponenziale che la porta a colonizzare completamente l’ambiente fino a raggiungere in breve il picco massimo di individui che la capacità portante dell’ambiente (cioè la capacità che ha l’ambiente di fornire ad una popolazione i fattori di benessere che la fanno prosperare) è in grado di sostenere.
Più sono presenti cibo ricoveri e acqua, più la popolazione cresce. Inoltre la pressione esercitata dai predatori genera una risposta da parte della popolazione che porta ad anticipare la fertilità nelle giovani femmine e ad aumentare il numero di embrioni per femmina gravida.
A differenza di altre specie a strategia r i topi hanno generalmente cura dei propri piccoli: anche l’esplorazione del territorio è affidata agli individui più anziani i quali sfruttano la propria esperienza per individuare eventuali pericoli.
I piccoli nel nido si nutrono anche delle feci della madre: questo perché in esse sono presenti enzimi ed anticorpi che favoriscono lo sviluppo del sistema immunitario dei giovani.
Alimentazione – I topi sono animali “signorili”, per cui si limitano ad assaggiare piccole quantità di cibo e non si assisterà mai ad un topo che mangia in modo ingordo. Questo continuo assaggiare li porta a testare e mordicchiare qualsiasi cosa e ciò rappresenta un notevole problema per le attività umane perché possono rosicchiare cavi elettrici, manufatti e parti dei macchinari.
Il cibo è estremamente vario e va dai semi duri alle verdure, dalla frutta agli alimenti elaborati prodotti dall’uomo. I topi non disdegnano le uova e la carne, soprattutto di piccoli volatili o piccoli mammiferi. E’ noto a livello zoologico come la presenza di ratti sull’isola di Montecristo ha sterminato le popolazioni di uccelli nidificanti. Una volta eradicati dall’isola questa è divenuta il “paradiso delle Berte”, un uccello marino che a Montecristo nidifica e costituisce una delle più importanti colonie del Mediterraneo.
Interazioni con l’uomo – l’espansione umana ha creato l’habitat più favorevole allo sviluppo di questi roditori: pochissimi predatori, tanto cibo, anfratti e nascondigli in cui potersi rifugiare. La presenza dei topi però reca notevoli danni alle attività umane: oltre quelli prima citati basta considerare che la presenza di feci in un silos di grano rende inutilizzabile tutta la partita di semi. E fermare un topo è davvero difficile se si considera che un adulto è in grado di passare attraverso il collo di una bottiglia.
Zoonosi (malattie animali trasmissibili all’uomo) – come molti animali che convivono con l’uomo, i topi trasmettono diverse malattie sia con il proprio passaggio sia con gli escrementi. Vediamo ora quali sono le infezioni più frequenti:
- Salmonella – grave infezione del tratto gastrointestinale che provoca febbre, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea. Nelle forme più gravi comporta infezioni a carico di ossa e meningi che si manifestano nei soggetti più deboli quali bambini, anziani, immunodepressi. Nella maggior parte dei casi il decorso è benigno e l’infezion’ si risolve in 7-8 giorni.
- Febbre tifoide – è una delle complicanze dell’infezione da Salmonella enterica, nella sierovariante typhi (Salmonella typhi), che comporta oltre il 10% di mortalità. Il contagio avviene per contatto con i batteri che proliferano nelle acqua inquinate (per esempio le fogne): il topo trasporta involontariamente i patogeni con le zampe e li deposita sul cibo che tocca. Poiché i liquidi fognari possono contaminare i fondali marini, i molluschi bivalvi (che sono filtratori) devono essere consumati solo dopo cottura e a nulla serve la credenza popolare che vede nella blanda acidità del limone un agente disinfettante.
- Malattia di Weil – E’ una grave forma di leptospirosi (Leptospira interrogans, ma ne esistono oltre 200 sierovarianti). Questo agente eziologico provoca febbre improvvisa sovente bifasica (periodi a febbre alta alternati a periodi sfebbrati), cefalea, brividi, mialgia grave, meningite, eruzioni cutanee, anemia, emorragie diffuse della cute e delle mucose, insufficienza epato-renale, miocardite e coinvolgimento polmonare. Se non trattata la malattia può decorrere in molti mesi. La gravità dell’infezione dipende dalla variante coinvolta.
- Meningite linfocitaria – causata da arenavirus, si manifesta come una forma pseudo influenzale o una meningite asettica, sovente associata ad orchite, artrite, parotite ed encefalite. Il virus è endemico nelle popolazioni di roditori. Il contagio umano avviene per esposizione alle polveri derivate dalle feci e dal cibo contaminato con escrementi di topo (feci e urine).
- Febbre da morso di ratto – viene trasmessa dal morso del roditore, a carico delle colie batteriche che albergano nella cavità oro-faringea del topo. E’ causata dal batterio Streptobacillus moniliformis e si manifesta con febbre, rash cutanei e linfoadenite locale.
- Hantavirus – sono responsabili di numerose ifezioni trasmette all’uomo dai roditori. Il contagio avviene per contatto con feci ed urina ma anche con la saliva del topo. Coinvolgono il sistema renale causando nefrite ed emorragie ma possono attaccare anche il sistema respiratorio a livello dei polmoni. Nel corso della malattia viene danneggiato l’endotelio (lo strato di cellule più interno) dei vasi sanguigni: questo comporta una maggiore permeabilità dei vasi con conseguente ipotensione ed emorragie fina allo shock emorragico. Sono le così dette febbri emorragiche.
- Tenia del ratto – questo parassita intestinale dei roditori viene sovente inserito tra le patologie che possono coinvolgere l’uomo, ma in realtà e presente solo nel Nord America perché ha bisogno di un ospite intermedio tra ratto e uomo che è lo sciacallo. Quindi almeno questo ce lo siamo evitato!